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Assedio Medievale – Strategie e tecniche militari

Assedio del castello
La progressiva diffusione di fortificazioni pubbliche (città murate) e private (castelli) in Europa porta anche ad un cambiamento e ad un’evoluzione nel modo di combattere, perché la guerra tende sempre più a manifestarsi come guerra d’assedio, caratteristica che rimarrà costante per molti secoli.

Tecniche

La seconda metà dell’XI secolo vede progressi significativi, consistenti soprattutto nel recupero e nel perfezionamento di tecniche già conosciute nell’antichità greco-romana, grazie sia ai contatti con la civiltà araba-bizantina, sia allo studio e all’interpretazione autonoma della manualistica antica; un ulteriore salto di qualità si ebbe al ritorno dei primi crociati dalla Terrasanta e nelle lotte in Nord Italia tra le truppe dell’Imperatore Federico I e i Comuni.
Arieti, “gatti” e torri mobili sono ormai impiegate costantemente in ogni grande assedio dell’Occidente, appoggiati dal tiro di grandi armi da lancio a contrappeso a lunga gittata, come mangani, trabucchi e baliste, utilizzate secondo schemi tattici ben definiti.
Assedio del castello
Posizionamento nell'assedio
Illustrazione da www.dkfindout.com

Impatto psicologico

Al di là dell’effettiva capacità sul piano materiale, il dispositivo di assedio messo in atto contro una fortezza assumeva, nelle varie componenti, un potente valore di pressione psicologica: lo spiegamento dei mezzi, le scenografie dimostrative degli schieramenti, l’ostentazione della propria potenza e determinazione avevano lo scopo di impressionare gli assediati per convincerli alla resa: le macchine d’assedio avevano dunque un valore di dissuasione psicologica forse superiore alle loro reali capacità di svolgere un’azione fisica diretta.
Assedio del castello
Torre mobile nell'assedio

Macchine da lancio

Inoltre all’impiego delle “artiglierie” si collegano usi che intendono anch’essi esercitare una pressione psicologica non necessariamente basata sulla loro capacità distruttiva: le macchine da lancio possono per esempio essere utilizzate per eseguire tiri, diciamo così, “non convenzionali” intesi a ottenere effetti di natura puramente psicologica (come per esempio i cadaveri dei soldati, oppure cibo avariato nel caso di assedi prolungati per favorire lo sviluppo di epidemie).

Gli assediati

I difensori, dall’alto delle mura di cinta della città o del castello spesso impiegavano, oltre alle armi da lancio montate sulle torri, proiettili incendiari preparati con pece e nafta, con cui tentavano di appiccare il fuoco alle torri nemiche. Verso la fine del 1300 compaiono le prime armi da fuoco, che impiegano la polvere pirica, e che sostituiranno progressivamente le altre armi da lancio: il rapporto di forze, che fino a quel momento era dalla parte degli assediati, si trasferisce agli assedianti: da questo momento inizia la perdita di funzionalità difensiva delle fortificazioni.